Iniziato con Michele che mi chiama e mi invita a raggiungerlo per pranzo. Puntuale alle dodici passa a prendermi Scowy con in auto anche Ale Pe e ci fermiamo subito dal Piero che mi lancia la mitica maglietta di Sanfa, rossa a maniche lunghe con i disegni di Luca in nero.
Andiamo diretti al bar “Roma”, in cui troviamo i primi avventurieri già impegnati a fondo nello sport del calice. Degno di menzione il cesso peggiore del west (erano anni che non ne vedevo uno del genere!) e il vino che forse era anche peggio del cesso. In compenso, quando gli altri ci hanno abbandonato per andare a pranzo, ci siamo scofanati una super tazza di trippa in minestrone a dir poco eccezionale. Non riusciva a far dimenticare quel vino di merda ma quasi…
Ci siamo fermati un bel momento a chiacchierare di cazzate e cose serie come succede sempre intorno al tavolo di un bar e ci siamo visti anche la deludente manche della Fanchini.
Quando ci siamo alzati, Scowy ci ha abbandonati e noi siamo passati prima in macchina di Michele per il primo ricambio della giornata (Michele non ha un ‘auto, ha una cabina armadio con dentro anche i vestiti di carnevale del nonno di Togliatti) e poi a comprare liquirizie per il bambino Ale.
Tornati alla fiesta abbiamo incominciato a riunirci a tutti gli altri e poco alla volta ci siamo ritrovati in trenta con le nostre belle magliette rosse a scaliciare allegramente in giro per bar. Ricordo che il primo vino degno di questo nome l’ho bevuto nel bar “Cantuccio” dove ho perso il conto delle bottiglie e dove mi ha raggiunto il buon Moro. Il Michelone ha cacciato la classica ciotola commemorativa e tutti ci hanno scritto le peggio porcate che gli venivano in mente. Purtroppo la nota dolente (certe cose non cambiano mai) : gli ultimi che si alzano dal tavolo devono pagare anche tutto quello che i soliti furbini hanno bevuto e non hanno pagato…furbini arcinoti tra l’altro (e anche arcigay).
Giusto per non perdere l’allenamento la tappa successiva è stata sulla passerella a guardare quanto sono belle le trote. Dopo una boccata d’aria fresca ci siamo diretti al bar “due piazze” in cui ricordo solo il coniglietto “Benito” del Ferro e gli occhi della barista che erano davvero grandi!
Dopo tutta questa preparazione atletica ( e dopo un cambio d’abito del Foppolones ) siamo andati a fare i cretini sulle giostre. Li il gruppo era al completo, con Scowy a fare da ciliegina sulla torta. Tutti sugli autoscontri con una quintalata di zettoni e fumi alcolici,siamo tornati bambini di quarant’anni, ho preso anche un pugno in faccia ma non mi ricordo da chi... Non paghi abbiamo fatto il calcinculo, gli aereini (da cui la Elena stava precipitando inesorabilmente) e il punchball,la ruota della fortuna, il tiro a segno, le gru dei pupazzetti, gli anelli, la sala giochi, muschi licheni e funghi.
I regali più belli : la fionda di Scowy e la P38 di Michele.
Prima di cena, per non restare indietro, ci siamo incontrati al bar “Centrale” in cui ci hanno raggiunto anche il Piero e il Musk che stranamente è uscito prima dal lavoro.
La cena l’abbiamo fatta al bar di Bertola, il vecchio “Ideal”. Anche li mi ha fatto impressione vedere una trentina di persone tutti con la stessa maglietta rossa (più scura quella delle femminucce) a fare voci e a sbevazzare come se fossimo i più grandi amici di tutti i tempi. Ma Sanfa fa anche questo effetto…Grande interpretazione canora del buon Michele coadiuvato dalle splendide coriste Marzia e Fede! Mi fanno male ancora le orecchie!
Li oramai il delirio era al completo e ho visto cose che voi umani non potete immaginare, tra cui ragazze che molestavano sessualmente la statua del rubicondo cuoco fuori dal locale. Ora che ci penso lo ha fatto anche Scowy. Col cuoco intendo…
Quando oramai solo i più forti sopravvivono, mi sono recato con gli ultimi superstiti al Conary perché altrimenti non è un San Faustino degno di questo nome. Altro giro altre mille birre. Presi bene dalla P38 di Michele abbiamo iniziato a sparare ovunque fino a quando la Elena ha scambiato il rilascio caricatore col grilletto, mandandola in mille pezzi. Fortuna che il Moro “Macgyver” è riuscito a romperla del tutto e a regalare a Foppoli una faccia delusa da manuale e una super pistola nastrata!
“Meno male che chiude alle due”, devo aver pensato quando ci hanno cacciato fuori dal Conary, illudendomi che sarei andato a casa per il giusto riposo del guerriero. Invece no, perché sono andato a dormire alle cinque e mezza : dove non sopravvivono i più forti resistono i supergiovani…
Che Sanfa 2006 ragazzi!
Iniziato bene e finito ancora meglio…
Come al solito vi invito ad arricchire questo e tutti i post con impressioni personali e aneddoti che per forza di cose mi sono sfuggiti.E' bello poi vedere come le stesse cose vengono vissute in maniera differente...