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Niente più distinzione tra droghe pesanti e leggere. E pene da 6 a 20 anni se si "importa, esporta, acquista, riceve o detiene" una sostanza stupefacente per un uso "non esclusivamente personale" (ma le quantità sono da definire). In caso contrario, sanzioni amministrative. Sono queste alcune delle novità previste dallo stralcio del ddl Fini sulle droghe inserito come emendamento al decreto sulla sicurezza per le Olimpiadi e sul quale il governo ha oggi posto la questione di fiducia.
Cosa cambia In pratica si prevede che sia sempre punibile "con la reclusione da 6 a 20 anni e con la multa da 26mila a 260mila euro" chi "coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze psicotrope" segnalate in un'apposita tabella già presente nel provvedimento e nella quale, appunto, non vi è distinzione tra droghe leggere o pesanti. Quando invece si parla di importazione, esportazione, acquisto o detenzione subentra il concetto di "uso personale". Ossia si rischia la pena da 6 a 20 anni di reclusione solo se si supera un tot di quantitativo. E' questo è uno dei punti maggiormente contestati dall'opposizione, perché la definizione del suddetto quantitativo viene rinviata a un successivo "decreto del ministero della salute emenato di concerto con il ministro della Giustizia sentita la presidenza del Consiglio - Dipartimento nazionale per le politiche antidroga". Chi invece detiene un quantitativo inferiore a quello che verrà indicato e per il quale sia provato l'uso personale, potrà essere sottoposto a una serie di sanzioni amministrative. Ossia, "sospensione della patente di guida o divieto di conseguirla", "sospensione della licenza di porto d'armi o divieto do conseguirla", "sospensione del passaporto e di ogni altro documento equipollente o divieto di conseguirli" o ancora "sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario".Se tuttavia, anche in questo secondo caso, si configurasse una condotta da cui "possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica" l'interessato può essere sottoposto, per la durata massima di due anni, a uno o più delle seguenti misure: obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della Polizia di Stato o presso il comando dell'Arma dei carabinieri territorialmente competente, obbligo di rientrare nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora entro una determinata ora e di non uscirne prima di altra ora prefissata, divieto di frequentare determinati locali pubblici, divieto di allontanarsi dal comune di residenza, obbligo di comparire in un ufficio o comando di polizia specificamente indicato, negli orari di entrata e uscita dagli istituti scolastici, divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore. C'è poi un 'blocco' di norme che incide sul processo penale e di esecuzione penale e che punta ad incrementare la funzione riabilitativa e di recupero di indagati, imputati o condannati tossicodipendenti. Per esempio, non è più prevista la custodia cautelare in carcere ma solo gli arresti domiciliari (salvo casi eccezionali) per indagati che siano dipendenti da alcool o doghe. Viene inoltre prevista una regolamentazione della facoltà di essere ammessi a strutture di recupero pubbliche o private, che vengono sostanzialmente parificate. La certificazione dello stato di tossicodipendenza e la definizione del programma terapeutico può essere fatto ricorrendo a strutture private, senza filtro di quelle pubbliche.
FANCULO FINI DI MERDA!!